Il territorio delle Marche rappresenta un tesoro enologico che ha saputo conquistare il cuore e il gusto degli amanti del vino in tutto il mondo; infatti sono molti i produttori di vino, famosi per la propria tradizione, qualità e sistema di produzione che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali e le certificazioni più note come DOC, DOCG e IGT.
In questo articolo quindi, scopriremo i migliori vitigni delle Marche, le caratteristiche che li contraddistinguono e perché il territorio ha svolto un ruolo fondamentale per questo vino.
Vitigni Marche
La regione, situata lungo la costa adriatica, vanta una combinazione di fattori che contribuiscono alla qualità straordinaria dei suoi vini: la presenza di microclimi, la conformità del territorio e la ricchezza di minerali (in aggiunta ad un inestimabile patrimonio popolare e culturale), sono gli elementi principali che rendono i vitigni delle Marche uniche nel loro genere. Vediamo questi aspetti nel dettaglio:
- Posizionamento geografico delle Marche: situata tra il Mar Adriatico e le montagne dell’Appennino centrale, è caratterizzata dall’alternarsi di climi (come quelli continentali o temperati) e da significative escursioni termiche durante l’intero arco della giornata che fanno di questa regione, un luogo ideale per la coltivazione della vite.
- Conformità del territorio: il paesaggio marchigiano è caratterizzato da un aspetto morfologico piuttosto vario ma i vitigni vengono coltivati nella maggioranza (circa 85%) nelle parti collinari e, in forma minore, in montagna (5%) e pianura (10%).
- Il suolo delle Marche: la varietà di zone viticole fa sì che quest’ultime possano beneficiare anche di diverse tipologie di terreno, tra cui: argilloso, calcareo, sabbioso o con ghiaia.
Da questa diversità, oltre al collocamento geografico e al sistema produttivo, le viti ereditano caratteristiche organolettiche certamente distintive.
- La tradizione vinicola nelle Marche: tramandata di generazione in generazione, la storia vinicola marchigiana ha radici profonde che legano gli agricoltori al patrimonio culturale, enogastronomico e territoriale attraverso un vino, figlio sia delle conoscenze tradizionali che delle innovazioni enologiche moderne. La cura dei vigneti, la raccolta delle uve a mano e le tecniche di vinificazione, sono solo alcune delle pratiche che contribuiscono alla raffinatezza dei vini delle Marche.
- Enoturismo: la regione offre un’esperienza enogastronomica unica, con bellissime cantine, agriturismi e ristoranti che accolgono i visitatori per degustazioni, tour dei vigneti e abbinamenti con la cucina locale.
L’elenco completo dei vitigni delle Marche
L’insieme delle caratteristiche delle Marche abbiamo visto rendere la regione, un ottimo territorio per coltivare una vite capace di tramandare i sapori, il gusto e la storia della tradizione marchigiana, attraverso vini strutturati e marcati da una forte personalità.
Le principali zone di produzione vinicole nelle Marche sono concentrate ad Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno ma si estendono lungo tutto il territorio.
Ad oggi i viticoltori si sono dedicati, grazie anche all’innovazione del settore, ad una produzione sempre più attenta alla qualità, i cui risultati vengono riscontrati nei 5 DOCG e 15 DOC riconosciuti alla regione, in un totale di 17.300 ettari vitati (principalmente si tratta di vitigni locali e autoctoni con coltivazione a bacca bianca per il 60% e a bacca nera per la restante).
Alcuni dei vitigni più rinomati delle Marche
Verdicchio: vino fresco, vivace e caratterizzato da un profilo aromatico reso unico dalle note di frutta a polpa bianca, dagli agrumi e dalla piacevole acidità percepita al momento della degustazione, sono probabilmente i fattori principali per cui molti ritengono il Verdicchio il miglior vino bianco.
Nei precedenti articoli abbiamo affrontato che tipo di vino è e perché le Marche vengono identificate col Verdicchio; tuttavia dovremmo ricordare anche che, a seconda della zona di coltivazione e produzione specifica, avremo delle etichette diverse ciascuna dall’altra.
Basti pensare a quanto prodotto nel territorio di Matelica dove la vite si distingue grazie all’altitudine a cui viene coltivata e al terreno calcareo creando, ad esempio, già delle differenze rispetto al Verdicchio di Jesi.
Vernaccia di Serrapetrona: vitigno autoctono la cui lunga e complessa lavorazione dà origine a spumanti in versione sia secca che dolce.
Montepulciano: questo vitigno caratterizzato da un rosso ben marcato, dona a ciascuna etichetta un carattere intenso e corposo. I vini ottenuti sono solitamente di un colore rubino intenso, con sentori di frutta rossa matura, spezie e un tannino morbido.
Da molti enologi viene considerata un’alternativa interessante al celebre Montepulciano d’Abruzzo ma dalla quale chiaramente si differenzia offrendo delle percezioni sensoriali totalmente diverse.
Sangiovese: notoriamente uno dei vitigni più apprezzati in Italia, nelle Marche (grazie alle caratteristiche climatiche e geografiche), trova il terreno adatto per riuscire a esprimere il tono elegante della vite, la sua struttura e il bouquet aromatico.
Lacrima: vitigno unico e autoctono delle Marche, nasce nella zona di Morro d’Alba ricordando per molti aspetti il Montepulciano; con esso condivide infatti il colore rubino intenso e l’aromaticità floreale, a cui si aggiungono note fruttate durante l’invecchiamento.
I vini di Lacrima sono morbidi, eleganti e ricchi di personalità, generalmente vengono accompagnati a corposi piatti di terra o, nella versione passito, a dolci e pratiche meditative; questo binomio apparentemente contrastante tra morbidezza e personalità, è indicativo del fondamentale lavoro svolto dai viticoltori durante tutte le fasi di vita della produzione.
Passerina: pur evocando la delicatezza del volatile, questo vitigno a bacca bianca è capace anche di offrirci vini dal carattere ben marcato e strutturato che si alternano alle note di frutta tropicale, acacia, ad un bouquet floreale e agli agrumi. Solitamente questa etichetta viene accostata a piatti sia di carne che di pesce.
Abbiamo visto dunque come le Marche vantino una grande diversità di vitigni autoctoni; tuttavia, oltre ai vitigni menzionati in precedenza, esistono altre gemme enologiche che meritano di essere conosciute.
- Biancame: noto anche con il nome di “Bianchello”, il vino che viene prodotto da questo vitigno, presenta un colore giallo paglierino alla vista mentre al palato risulta essere fruttato, speziato e con delle note di freschezza.
- Maceratino: nome che si origina dal territorio di coltivazione (Macerata), il vino prodotto da questa vite risulta essere molto simile nel colore al Bianchello ma con nette somiglianze al palato per il suo sapore secco e quasi sapido.
- Incrocio Bruni 54: ideato dal professor Bruni (membro del Ministero dell’Agricoltura tra il 1930 e il 1950) prese questo nome non solo in memoria del suo produttore originario ma anche dal numero di tentativi che furono necessari prima della nascita di questa etichetta. Anche in questo caso il giallo paglierino è il colore caratteristico del vino che accompagna al gusto il sapore aromatico.
- Ribona: principalmente abbinata a piatti di pesce, questa vite trova la sua espressione nei Colli Maceratesi DOC con il classico aspetto giallo dorato e un gusto secco capace di entrare ben in armonia con i piatti ad esso accostati.
- Bianchello del Metauro: un vitigno bianco aromatico che produce vini freschi e fragranti.
- Pecorino: vitigno a bacca bianca, produce un vino piuttosto familiare in tutto il territorio italiano, caratterizzato da complessità aromatica unica, con sentori di mela, pesca e fiori bianchi.
- Malvasia Bianca: vitigno bianco che dà vita a vini aromatici, con note di fiori e frutta a polpa bianca.
- Ciliegiolo: vitigno rosso che produce vini leggeri e fruttati, con sentori di ciliegia e spezie.
- Merlot: vitigno internazionale che trova un’ottima espressione nelle Marche, donando ai vini eleganza e struttura.
In questo elenco abbiamo conosciuto una parte importante dell’ampia varietà e diversità di viti presenti nelle Marche, indicativa della ricchezza enologica del territorio.
In questa guida per chi volesse approfondire ulteriormente, è possibile invece trovare tutte le caratteristiche tecniche della vite: dalle foglie, alle bacche, sino a tutte le informazioni settoriali per una maggiore comprensione.
Le caratteristiche dei vitigni del verdicchio di Matelica
Nato negli anni ’60, il verdicchio di Matelica è un vero e proprio simbolo delle Marche. Questo vitigno a bacca bianca, coltivato principalmente tra gli 8 comuni della zona di Matelica, produce vini bianchi notoriamente conosciuti per loro alta qualità.
Il suo ambiente ideale è un clima abbastanza rigido, freddo e con un terreno argilloso; presenta una foglia media, pentagonale, pentalobata o trilobata mentre il grappolo è solitamente compatto, medio o conico.
Le caratteristiche dei vini del comune di Matelica sono la freschezza, vivacità e complessità aromatica. Possono essere prodotti in stili diversi, dal fresco al complesso e strutturato, richiedendo ciascuna proposta tempi di maturazione medio-lunghi (affinando in bottiglia, questi acquisiscono maggior complessità, profondità e arricchiscono i sentori di miele, frutta secca e note minerali).
Il vino contenuto in bottiglia presenta il colore che abbiamo visto essere più frequente: il giallo paglierino; tuttavia questa vite si distingue da tutte le altre, grazie alla brillantezza e ai riflessi verdognoli che, a seconda della zona di produzione, riesce a donare a ciascun vino.
Al naso, si apre con un bouquet fragrante e complesso, con note di fiori bianchi, agrumi e frutta a polpa bianca mentre al gusto, il Verdicchio di Matelica, conquista per la sua freschezza e vivacità. Ha un’acidità equilibrata e un sapore fruttato, con sentori di pesca, pera e agrumi. La struttura dei vini del Verdicchio di Matelica è notevole, con una piacevole persistenza e una leggera mineralità donata dal terreno di coltivazione.
Gajole: il miglior Verdicchio di Matelica
M è un vino di origine biologica certificata, prodotto al 100% da uve di Verdicchio e con una fermentazione spontanea senza l’aggiunta di solfiti.
È un vino senza compromessi, frutto di una maturazione lunga di circa 7 mesi tra cemento e botti di legno, con un affinamento di 2 mesi in bottiglia.
M ha un odore pieno grazie all’aroma di frutta fresca, pesca e pepe bianco, unito al sapore vibrante e secco dato una pronunciata vena di acidità. Sul palato, rimane un finale lungo ed equilibrato.
Le proprietà organolettiche lo rendono un vino perfetto per i piatti di pesce, ma può essere accompagnato anche a piatti di carne bianca e taglieri di salumi e formaggi.